Dal 2019 Regione Lombardia ha avviato la sperimentazione dei Centri per la famiglia quale punto di riferimento per le famiglie del territorio che sono intese nella loro accezione più ampia e non necessariamente connotate da vulnerabilità e fragilità socioeconomica. Il Centro per la famiglia diventa, così, un modello di intervento innovativo, un punto di riferimento per le famiglie del territorio ed un luogo in cui i diversi attori istituzionali, e non, possano convergere per costruire insieme interventi volti a promuovere il benessere e lo sviluppo della famiglia, anche al fine di realizzare una ricognizione dei bisogni e degli interventi specifici per la famiglia e ridurre il rischio di frammentazione dell’offerta e delle risorse ad esse indirizzate. Questo perché, più che per altre aree, quando si parla di interventi rivolti alla famiglia ci si trova a lavorare con una molteplicità di soggetti, pubblici e privati, di settori e di istituzioni che intervengono trasversalmente a favore dei bambini, adolescenti, preadolescenti e delle loro famiglie; e, spesso, questi soggetti fanno molta fatica a coordinarsi tra loro e a presentarsi ai cittadini come un unico sistema di opportunità. Allo stesso tempo, si è sviluppata una consapevolezza che sposta il focus dall’utente passivo, che richiede cure, al soggetto attivo e responsabile, dotato di risorse da valorizzare, primo riferimento per una gestione adeguata della propria salute e del proprio benessere. Secondo la nuova definizione dell’OMS del 2011, infatti, la salute è la capacità di adattarsi e gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive: si supera, quindi, la definizione del 1948 che la identificava come “uno stato di completo benessere biopsicosociale”, incentivando e promuovendo il concetto della casa come primo luogo di cura.
Aggiornato il 27 Febbraio 2024 da ATS Montagna